Dopo alcuni anni di ricerche, nel 2016 gli scavi hanno permesso di ritrovare la Chiesa di Santa Maria delle Grazie ben conservata (ormai priva di tetto e porte, in seguito ricostruite con attrezzature moderne per evitarne l’entrata delle intemperie) nella quale sono stati ritrovati anche oggetti appartenenti a un periodo postumo al XVI secolo e quindi antecedenti solo di un centinaio d’anni prima alla colata lavica del 1669.
DI rilevante importanza sono le due grandi cappelle del Crocifisso e di Santa Maria delle Grazie, situate poco prima del presbiterio.
La Cappella del Crocifisso, grazie allo studio di alcuni carteggi, è datata al 1628, poco prima pertanto la vendita del casale al mercante Massa. La cappella era anticipata da un ricchissimo e prezioso pavimento in ceramica smaltata che trova utili confronti con i materiali rinvenuti nella cosiddetta Casa del Terremoto a Catania e databile alla metà del XVII secolo. Questo pavimento taglia il regolare tessuto delle mattonelle esagonali, tipiche nel catanese rinascimentale, creando di fatto un ampio sagrato che anticipa la cappella, il quale aspetto doveva somigliare ad un prezioso tappeto. Si potrebbe supporre l’esistenza di un cordolo o di una balaustra lignea che ne seguisse l’andamento. Tali attenzioni permettono oggi di capire quanto il culto al Crocifisso fosse particolarmente sentito in quella Misterbianco secentesca.L’ingresso alla cappella era costituita da un ricco vestibolo rinascimentale, ancora una volta replicante il motivo dell’arco trionfale, stavolta più ampio e maestoso rispetto alle strutture degli altari laterali. Ai lati dell’arco erano due semicolonne binate, su basi finemente decorate da motivi fitomorfi, fitoantropomorfi e rappresentanti bizzarre creature, dal corpo scanalato e di ordine corinzio. Tra le due colonne era ricavata una finta nicchia con un altorilievo figurato. Le due statue in pietra, malta e stucco rappresentavano i santi Pietro e Paolo. Dalla cappella si giungeva ad un vano, forse un piccolo oratorio, vista la presenza di una piccola nicchia sulla parete nord.
Fronteggiante ad essa era la Cappella di Santa Maria delle Grazie. Questa, per analogia stilistica, non può che essere databile allo stesso periodo della precedente. Anche questa cappella era inquadrata all’interno di un ricco vestibolo finemente decorato nei cui lati erano ricavate due nicchie strette tra le colonne binate con rispettivi santi raffigurati al loro interno. A differenza della cappella del Crocifisso, questa era costituita da una nicchia piuttosto che da un profondo vano, al cui interno era alloggiata la magnifica opera plastica gaginesca rappresentante la Madonna delle Grazie, asportata in tempo dai misterbianchesi e preservata dalla lava.
Ai lati dell’altare vi era un percorso costituito da gradoni, utile per il raggiungimento devozionale della statua.
Il sito archeologico non è aperto al pubblico, in quanto ancora cantiere in fase di lavorazione; è possibile però effettuare delle visite guidate dietro precise richieste in giorni e orari prestabiliti.