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Cronologia: Medievale
Datazione: XII secolo d.C.
Tipologia: Scultura a tutto tondo
Lunghezza: 120 cm
Luogo di conservazione: Museo Diocesano di Parma
I quattro leoni stilofori in marmo di Verona appartenevano al grande ambone della Cattedrale, di cui faceva parte come lastra frontale la “Deposizione” di Benedetto Antelami. Questo pulpito o ambone si trovava nella navata centrale della Cattedrale, all’altezza della sesta campata sulla sinistra.
Per immaginare nello spazio della navata questo straordinario oggetto, dobbiamo fare un salto con il pensiero nella Cattedrale medievale, che si presentava molto diversa da quella chiesa che tutti noi conosciamo. Era una chiesa a tre navate senza le quattrocentesche cappelle laterali, le pareti interne erano in mattoni a vista, la luce entrava nella navata direttamente attraverso le finestre dei muri perimetrali e dei matronei; ma la vera diversità con quanto vediamo oggi era rappresentata dalla zona dell’altare e dagli accessi alla cripta e al presbiterio. La salita avveniva da una scala centrale di dimensione ridotta rispetto all’attuale per lasciare spazio a più rampe di accesso alla cripta, sia nella navata centrale, che in quelle laterali. Lo spazio sotto la cupola, detto avancoro, era in parte transennato con un recinto marmoreo. L’altare medievale era posto dietro questo alto recinto nella zona del coro.
In questo contesto medievale, oggi disperso, l’ambone emergeva dalla navata in tutta la sua imponenza di parallelepipedo di quasi m. 5,30 di altezza per una larghezza di m. 3,00 e una profondità di m. 3,42.
L’ipotesi ricostruttiva ci mostra la solennità di questa “architettura” per l’annuncio della Parola in cui, sui quattro leoni che trattengono tra le zampe gli animali e la loro simbologia, emergevano le colonne che sostenevano la lastra frontale della “Deposizione” come immagine principale e base su cui poggiava il leggio delle Scritture.