Autore: Sconosciuto
Cronologia: Medievale
Datazione: XII secolo d.C.
Tipologia: Rocca
Luogo di ritrovamento: —
Luogo di conservazione: Tito (Potenza)
Citata in fonti medievali già nel IX secolo, fu edificata su una collina (950 m s.l.m.) in posizione strategica da cui si controllava il valico di Brienza e l’antica via Herculea. Nel 1268 partecipò alla congiura dei baroni. Distrutta , venne ricostruita da Carlo D’Angiò, divenne possesso di Giovanni de Anches e poi degli Sforza e fu definitivamente distrutta nel 1420 per ordine di Giovanna II. I ruderi attualmente visibili comprendono, oltre ciò che rimane dell’abitato, la torre quadrata (del XII secolo) e i resti della Cattedrale di S. Stefano.
Nonostante il nome Torre di Satriano induca erroneamente a pensare che la torre, come il resto del distrutto abitato, sia di appartenenza storica satrianese, in realtà il nome Satriano della torre con Satriano di Lucania paese, non si riferiscono alla stessa cittadina, ma sono due entità separate. Questo perché l’attuale Satriano, in realtà non è altro che l’antica Pietrafesa, in latino Petrafixa, mentre la “vera” Satriano era situata sulla torre, ai tempi Satrianum. Sul finire dell’800 il comune di Pietrafesa decise, per rinsaldare i legami storici con Satrianum, di adottare il suo stesso nome, italianizzato in Satriano. D’altro canto, l’attuale città dei Murales subì un’importante influenza sociale, demografica e culturale da parte dell’antica roccaforte Normanna. Secondo la leggenda, infatti, la maschera carnevalesca dell’orso (l’urs in dialetto locale), è originaria della cultura franco-normanna, trasmigrata nell’odierna città di Satriano.
Sul versante sud-occidentale della collina, è stato riscontrato nel 1987-1988, la presenza di un luogo di culto databile tra il IV e la fine del III secolo a.C. Gli scavi hanno messo in luce un tempietto a pianta quadrangolare L’edificio presenta tracce di una sala da banchetto, un recinto per cerimonie di culto e un portico.
Sulla distruzione della città la leggenda narra che la regina di Napoli, Giovanna II d’Angiò-Durazzo, fece condurre a Satrianum una giovane dama di compagnia scortata da milizie del Regno. Quando il corteo attraversò Satrianum, la nobile donna venne rapita a causa della sua bellezza e Giovanna II, dopo l’affronto subito, ordinò una tremenda vendetta. L’abitato, infatti, venne incendiato risparmiando solo la torre normanna ed alcuni muri di edifici.