Indagini Paleonutrizionali in Antropologia

Indagini Paleonutrizionali in Antropologia

Gli amanti di Valdaro sono due scheletri risalenti al Neolitico ritrovati vicino a Mantova in una necropoli scoperta nel 2007. Ora sappiamo che sono appartenuti a due giovani, un uomo e una donna, fra i 18 e i 20 anni; a sinistra il maschio, a destra la femmina, vissuti intorno a 6000 anni fa. Sono attualmente conservati sempre nel Museo Archeologico Nazionale di Mantova, in uno spazio che, dall’11 Aprile 2014, è accessibile al pubblico.

Dagli scheletri possiamo ricavare tutta una serie di informazioni relative a malattie metaboliche o nutrizionali e patologie dentarie.

Le principali malattie metaboliche o nutrizionali sono:

  • carenza di ferro porta ad anemie, che hanno origine o genetica o parassitosi o emorragie. A livello scheletrico sono visibili mediante iperostosi porotica, che porta alla formazione di perforazioni localizzate sulla superficie del tetto delle orbite e dell’osso frontale e collegate a stress metabolici. Il tessuto midollare per compensare la ridotta disponibilità di ferro nel sangue aumenta la propria attività di produzione delle cellule del sangue. L’aumento dell’attività del tessuto midollare a sua volta causa l’aumento del tessuto osseo spugnoso a scapito del tessuto osseo compatto; questo processo determina un aspetto poroso della superficie dell’osso. Una dieta insufficiente o lesioni infettive portano ad un’anemia da carenza di ferro; anomalie delle emoglobine provocano, invece, un’anemia congenita. C’è un chiaro aumento dell’iperostosi porotica nel passaggio da economie di caccia–raccolta a economie produttive (agricoltura). In genere l’iperostosi porotica è rara in popolazioni del Paleolitico e del Mesolitico mentre aumenta a partire dal Neolitico: dieta meno ricca in ferro e aumento della densità di popolazione che porta a un aumento del contagio da parassiti;
  • carenza di vitamina C (è una difesa contro le infezioni, migliora l’assorbimento del ferro e concorre allo sviluppo dei tessuti come il collagene) porta allo scorbuto e la causa è una dieta priva di frutta e verdura fresca. La carenza di vitamina C provoca alterazione dei processi di formazione del periostio, indebolimento della struttura dei denti ed emorragie per rottura di capillari. Le alterazioni scheletriche da scorbuto sono diversi a seconda se lo scorbuto si manifesta in bambini o adulti:
    • bambini: porosità sulla grande ala dello sfenoide, deposizione di osso neoformato nelle orbite;
    • adulti: erosione delle arcate dentarie, caduta dei denti, periostite sul palato, toro palatino, artrosi croniche;
  • carenza di vitamina D porta a rachitismo, che ha come cause insufficiente esposizione alla luce solare o alterazioni del tratto gastro–enterico che impediscono l’assorbimento della vitamina. È dovuto a scarso deposito di calcio e fosforo nella matrice organica dell’osso, per carenza di vitamina D che causa una riduzione dell’assorbimento intestinale di calcio e fosforo. Le alterazioni scheletriche da rachitismo sono: morfologia ad arco delle ossa lunghe, appiattimento delle metafisi, ispessimento della corticale, anomalie nella curvatura della colonna, assottigliamento della volta cranica, ispessimento delle ossa frontali (testa quadrata). Nei soggetti adulti si parla di osteomalacia e colpisce prevalentemente le donne con gravidanze ripetute e allattamento.

Amanti Di Valdaro by adelmo on Sketchfab

Le maggiori patologie dentarie che possono riscontrarsi su reperti scheletrici sono le seguenti:

  • placca batterica e tartaro. Si tratta di un processo di mineralizzazione della placca batterica (soprattutto in presenza di saliva a pH acido). Ci sono diversi gradi di espressione: lieve, medio e marcato. Tale patologia è frequente nelle popolazioni antiche; la presenza sul colletto e la radice di depositi consistenti di tartaro è indice di cattiva igiene orale. L’ambiente alcalino che si forma nella cavità orale durante la masticazione di cibi proteici favorisce la precipitazione di sali di calcio e quindi il deposito di tartaro;
  • carie. Sono una progressiva demineralizzazione dello smalto e della dentina che va da macchie opache sulla corona a cavità nel dente fino a progressivo degeneramento dello stesso. Lo sviluppo della patologia segue questi passaggi: placca batterica aderisce alla superficie del dente; accumulo di acidi prodotti dai batteri nel cibo all’interno delle cavità del dente; inizio del processo degenerativo. L’incidenza della carie è associata al consumo di carboidrati ed è, quindi, un indicatore paleonutrizionale. Nelle indagini bioarcheologiche di popolazione umane antiche, la frequenza della carie è normalmente maggiore nei gruppi di agricoltori rispetto a cacciatori–raccoglitori. Il grado di espressione della carie è lieve, moderata, severa/invasiva; le superfici colpite sono occlusale, interprossimale, alla radice;
  • difetti dello smalto–linee di Retzius/ipoplasia dello smalto adattativo. Sono disturbi dello sviluppo dello smalto caratterizzati da linee e/o solchi trasversi sulla superficie della corona dentaria. Se sono microscopici parliamo di linee di Retzius; se sono di carattere macroscopici parliamo di ipoplasia dello smalto. L’ipoplasia dello smalto corrisponde ad uno stress protratto nel tempo (da poche settimane ad alcuni mesi) e può essere provocato da malattie o infezioni, malnutrizione. Goodman & Rose (1990) hanno sviluppato un sistema di misurazione delle linee di ipoplasia che permette di ricostruire l’età in cui si è verificato lo stress metabolico;
  • parodontopatie. Sono un’infiammazione dei tessuti parodontali che determina una perdita d’attacco dei denti rispetto all’alveolo, con conseguente formazione di tasche parodontali, mobilità dentale, sanguinamento gengivale, ascessi e suppurazioni fino alla perdita di uno o più denti;
  • infiammazioni/ascessi;
  • anormalità nella quantità dei denti (iperdontia/ipodontia);
  • anormalità nelle dimensioni dentarie (macro–microdontia);
  • discolorazione.

 

02/08/2018 / by / in

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