L’uso degli impianti termali in epoca romana inizia a diffondersi, secondo l’esempio greco, verso la fine del III secolo a.C. Le terme erano dei veri e propri luoghi di ritrovo per la popolazione che qui poteva prendersi cura del copro con bagni, saune, massaggi e attività ginniche nelle palestre.
Inizialmente gli impianti sorgevano in quei luoghi in cui le acque venivano venerate per le loro proprietà curative; successivamente, in particolare in epoca imperiale, vennero costruiti all’interno di città grazie allo sviluppo di tecniche di riscaldamento sempre più evolute e alle elargizioni che magistrati, senatori e imperatori donavano alla cittadinanza per acquisire maggiore popolarità e prestigio.
Le terme pubbliche erano frequentate da tutti i ceti sociali e anche le donne, seppur disponessero di stabilimenti a loro uso esclusivo, potevano sino al I sec. d.C. frequentare le terme insieme agli uomini. Fu l’imperatore Adriano che, per mettere un freno a comportamenti scandalosi incentivati dalla promiscuità, emanò un provvedimento per riservare alle donne orari differenti.
A Parma sono stati finora scoperti con una certa sicurezza i resti di tre impianti termali pubblici. Uno di essi, di datazione incerta, è stato identificato nei pressi del Ponte Caprazucca, dove gli scavi hanno portato alla luce i resti di una piscina natatoria o di una grande vasca di calidarium a gradoni.
Un secondo impianto, di età augustea, è stato identificato in corrispondenza dell’isolato della Chiesa di San Rocco, sotto l’attuale sede centrale dell’Università. Nel 1951, 1965 e 1997 gli scavi hanno riportato alla luce impianti di riscaldamento a pavimento con le relative fornaci e una vasca circolare a gradini, alimentata da una conduttura a cotto. Contestualmente sono stati rinvenuti resti di pavimentazioni in cocciopesto e a mosaico geometrico in bianco e nero o con decoro colorato a lacunari.

Mosaico di impianto termale sito in isolato di San Rocco (oggi dell’Università). Scavi SAER-Monaco 1965 e Catarsi 1997 (foto SAER).

Mosaico di impianto termale sito in isolato di San Rocco (oggi dell’Università). Scavi SAER-Monaco 1965 e Catarsi 1997 (foto SAER).
Nell’isolato del Collegio dei Nobili (attuale area del Tribunale) sono stati rinvenuti i resti di canalizzazioni in cotto e impianti di riscaldamento a ipocausto affiancati da ambienti caratterizzati da mosaici in bianco e nero con figure umane, nei quali probabilmente venivano svolti esercizi ginnici.

Mosaico di impianto termale sito in area Collegio dei Nobili (oggi del Tribunale). Particolare del rilievo del Montacchini eseguito al momento della scoperta).
Dalla pavimentazione a mosaico e la probabile presenza nelle adiacenze del tempio di Minerva, il cui culto era legato a quello delle acque salutari, è possibile datare il complesso termale attorno al II secolo d.C.
Bibliografia: M. CATARSI, Storia di Parma, Il contributo dell’archeologia, in Storia di Parma 2009, pp. 432-437; G. BIGLIARDI, Atlante Archeologico del Comune di Parma, 2010.
In copertina: Resti di un impianto natatorio, o di una grande vasca a gradoni, da Parma, strada al Ponte Caprazucca. (Scavi SAER-Marini Calvani 1977).