20. Parma Romana: Fornaci (Borgo Fornovo)

Tra settembre 2003 e marzo 2004, venne realizzato uno scavo archeologico a Borgo Fornovo in occasione della costruzione di un nuovo edificio residenziale: lo scavo interessò una superficie di quasi 600 metri quadrati e raggiunse una profondità di oltre 6 metri dal piano stradale attuale.

Nei livelli archeologici inferiori vennero individuati i resti di un impianto produttivo, molto probabilmente una fornace per anfore, che i reperti archeologici rinvenuti consentono di datare alla fine del I secolo a.C.

A partire dall’età augustea anche i quartieri suburbani dell’Oltretorrente iniziarono ad essere insediati. Qui trovarono posto principalmente le attività artigianali, testimoniate oltre che dai resti di fornaci di Borgo Fornovo, anche da tracce di attività metallurgica in Borgo Bosazza e da possibili fulloniche nell’area dell’ex Cinema Ducale. Venne così progressivamente creato un ampio quartiere artigianale, vicino al nucleo cittadino, ma sufficientemente lontano per tenere al di fuori dalle aree residenziali tutte quelle attività che avrebbero potuto recare disturbo a causa degli odori o che avrebbero potuto causare incendi.

Inoltre, l’area si trovava a ridosso di un nodo stradale importante, poiché dalla Via Aemilia prendevano avvio le strade per Cremona, Vicofertile e il mare, lungo le quali possono essere facilmente smerciati i prodotti realizzati.

Probabilmente proprio per queste ragioni l’area di Borgo Fornovo mantenne negli anni la medesima vocazione produttiva: in età tiberiana venne infatti costruita una seconda fornace per la produzione di ceramiche.

Particolare della fondazione dei muri realizzata in frammenti di laterizi disposti di taglio.

Una trasformazione dell’assetto dell’area avvenne solo verso la metà del I sec. d.C. ed è testimoniata dalla costruzione di alcuni nuovi ambienti, a cui si possono riferire tre lacerti murari conservati nella zona sud.

Fino agli inizi del II secolo d.C. seguì una fase di occupazione più consistente a cui risalgono alcune canalizzazioni, un pozzo e tre ambienti delimitati da strutture murarie in ciottoli fluviali e laterizi. Tra i materiali risultano anche una serie di intonaci dipinti, che suggeriscono un probabile cambiamento della destinazione d’uso dell’area.

Particolare del pozzo sezionato e degli strati di riempimento.

Una fase di parziale abbandono, a cui sono riferibili i resti di un edificio crollato e scarsi materiali inquadrabili nel III-IV sec. d.C., deve probabilmente essere messa in relazione con la grave crisi politica sociale e economica attraversata dall’Impero all’epoca delle invasioni barbariche. In questo momento le esigenze di sicurezza dovettero portare anche la città di Parma a chiudersi all’interno di un circuito murario difensivo, sacrificando le zone periferiche, che divennero cave di prestito di materiali e luoghi di sepoltura.


Bibliografia: M. CATARSI, I. MALAVASI (a cura di), L’Oltretorrente di Parma romana, 2006; G. BIGLIARDI, Atlante Archeologico del Comune di Parma, 2010.
In copertina: Veduta generale di uno degli ambienti individuati (CATARSI-MALAVASI 2006).