Nel 2001, durante i lavori per il rifacimento della platea del Teatro Regio, a partire dalla profondità di 3,5 m tornarono alla luce i resti di un pavimento in cocciopesto di età romana augustea, strutture murarie ed un mosaico relativi a una “domus ad atrio” di età imperiale.
Tra le diverse tipologie architettoniche che caratterizzavano l’edilizia residenziale del mondo romano (insulae, domus e villae), due sono i tipi di abitazione urbana: le insulae, cioè caseggiati a più piani suddivisi in appartamenti, e le domus, cioè case indipendenti. Le domus, derivate dalla casa di tipo italico, avevano ambienti di soggiorno (tabliunum, alea, cubicula) disposti attorno a un atrio (atrium), al centro del quale si trovava una vasca per la raccolta dell’acqua piovana (impluvium). A questi, dopo il II sec. a.C., a seguito della conquista della Grecia e dell’Oriente ellenistico, si erano aggiunte altre stanze e spazi porticati chiamati alla greca perystilium, triclinium, oecus.
Come in altre città a continuità di vita anche a Parma sono labili le tracce dell’edilizia privata antica, che ha subìto nei secoli distruzioni, ristrutturazioni e cambiamenti di destinazione d’uso. Praticamente perduti sono in genere gli alzati, le coperture e gli arredi domestici. In nessun caso è stato possibile stabilire la presenza di piani superiori e ricostruire la planimetria completa di un edificio.
Il modello più rappresentato sembra quello della “domus ad atrio” di tipo italico, ma non mancano esempi di “domus ad atrio e peristilio”.

Schema assonometrico di domus romana ad atrio di tipo italico (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Domusitalica.svg).
Bibliografia: M. CATARSI, Storia di Parma, Il contributo dell’archeologia, in Storia di Parma 2009, pp. 415-424; G. BIGLIARDI, Atlante Archeologico del Comune di Parma, 2010.
In copertina: Pavimento a mosaico sito in Teatro Regio (Scavi SAER-Marini Calvani 1977 e 1972).