Per quanto riguarda la domus meridionale, pertinente alla fase più antica è una pavimentazione in opus signinum decorato con un raffinato motivo a meandri in tessere bianche, che campiscono un motivo a riquadri con crocette centrali e una bordatura con motivo a losanghe in tessere bianche. Tale ambiente venne successivamente ristrutturato, mantenendo il pavimento in signinum e ampliandolo su tre lati con un cocciopesto decorato a losanghe; a questa fase appartiene anche una soglia in marmo che conserva ancora i segni dei cardini della porta.

Pavimento in opus signinum rinvenuto in Palazzo Savitale (Scavi SAER – Marini Calvani 1982-87).
A questa seconda fase appartengono anche intonaci parzialmente conservati in posto a fasce gialle e nere con decorazioni a bande geometriche; nel crollo delle strutture, inoltre, sono presenti alcuni frammenti con motivi vegetali policromi. Questo ambiente si affacciava a est su un peristilio, del quale resta un pavimento in cocciopesto che doveva costituire il camminamento del portico occidentale.
Per quanto riguarda la domus a nord del decumano, sono stati rinvenuti i resti di ambienti pavimentati in opus signinum con motivi a meandri, a losanghe con iscritte crocette e tessere bianche e nere, e a esagonette in tessere bianche. Eccezionale è la decorazione dell’ambiente più a nord, sempre in opus signinum a tessere bianche e nere, che presenta un emblema di forma circolare caratterizzato da losanghe che formano un motivo stellare agli incroci, circondato da una doppia fila di tessere a loro volta bordate da crocette. Su tutto il pavimento sono inoltre disseminate tessere bianche e, in minor quantità, nere.
Anche questa domus ha subìto parziali ristrutturazioni, come dimostra la trasformazione in ambiente termale di un uno dei vani: qui il pavimento originario divenne la base per la posa delle suspensurae dell’ipocausto.
Le domus con pavimentazioni a opus signinum rappresentano le testimonianze più antiche dell’area del Palazzo e sulla base dei frammenti ceramici si possono datare al I sec. a.C.: l’ipotesi è che si tratti di dimore patrizie che in epoca repubblicana si trovavano in prossimità del decumanus maximus.
Il decumano individuato tra le due domus era in un primo momento pavimentato in semplici ciottoli (glareata). Successivamente, in concomitanza con gli interventi edilizi noti in città in età augustea, venne realizzata la pavimentazione della strada coi basoli.
Bibliografia: M: CATARSI, Storia di Parma. Il contributo dell’archeologia, in Storia di Parma 2009, p. 419-421; ; G. BIGLIARDI, Atlante Archeologico del Comune di Parma, 2010; D. LOCATELLI, L. MALNATI, F.MARAS (a cura di), Storie della prima Parma (Catalogo della Mostra, Museo Archeologico Nazionale di Parma, 12 gennaio – 2 giugno 2013), 2013, pp. 93-95.
In copertina: schema assonometrico di domus romana a peristilio.