Cronologia: Neolitico Finale/Eneolotico
Datazione: —
Tipologia: Tomba
Luogo di conservazione: Thiesi (SS)
Il complesso è costituito da quattro domus de janas, ricavate in un costone trachitico, alle pendici del monte Ittiresu.
Tra le sepolture spicca la tomba III o “tomba dipinta”, considerata una delle testimonianze più interessanti del Neolitico sardo grazie ai raffinati affreschi ancora conservati al suo interno. A causa delle condizione di abbandono in cui versa il sito gli affreschi subiscono un continuo e rapido degrado.
La domus è composta da quattro vani disposti a “T”: una piccola anticella ellittica (largh. m 1,00; prof. m 1,50) introduce nell’ampia camera rettangolare (largh. m 3,60; prof. m 1,60), sulle cui pareti laterali si aprono gli ingressi di due vani ellittici (largh. m 1,10; prof. m 1,66).
Sul lato di fondo dell’ambiente maggiore è presente una complessa composizione a tutta parete, costituita da una falsa porta centralizzata, inquadrata da una fascia dipinta in rosso, sovrastata ed affiancata da cinque bande orizzontali dipinte. La banda superiore, a contatto col soffitto, è dipinta in color antracite; la seconda banda è di color rosso cinabro. Al di sotto, si dispongono, sopra e ai lati della falsa porta, tre bande con vertici ricurvi verso l’alto, dipinte in rosso. Dalla banda mediana pendono sei dischi nerastri (tre per parte), mentre, sullo stesso allineamento, altri due dischi (uno per parte) pendono da due riquadri accostati lateralmente ai vertici ricurvi delle due bande superiori. La parte superiore della falsa porta è ornata al centro da un motivo a sei triangoli accostati e contrapposti per il vertice, dipinti in nero. Una striscia rossa corre alla base della parete.
La composizione raffigura uno schema taurino, con la testa (schematizzata dalla falsa porta centrale) e le corna (rese dalle bande con vertici ricurvi verso l’alto) dell’animale.
Il significato associato alla rappresentazione dei globi pendenti è ancora oggetto di discussione: si potrebbe trattare di “oscilla” apotropaici, ma l’ipotesi più accreditata è che si tratti di dischi solari collegati con i culti dell’acqua o della fecondità. Una composizione decorativa analoga era, con buona probabilità, dipinta sulla parete opposta, ma i motivi figurativi, conservati solo in parte, risultano poco leggibili.
Singolare appare anche la decorazione del soffitto della cella, che mostra due spioventi appena rilevabili: la volta riproduce a rilievo negativo il trave di colmo e i travetti trasversali (dieci per parte) del doppio spiovente del tetto. Il soffitto risulta così scompartito in venti riquadri a rilievo negativo bordati di rosso. All’interno dei riquadri sono raffigurati, in color avorio su fondo nero, altri elementi simbolici: spirali, pseudospirali, semicerchi e bande oblique semplici e doppie.