Nel 1949 Carlo Zauli acquistò, insieme a tre compagni di studi, il laboratorio del ceramista Mario Morelli, ricavato nelle stalle del convento di S. Francesco e sovrastato dall’imponente campanile della chiesa, da subito destinato ad una produzione artigianale dai tratti marcatamente contemporanei.
Nel corso degli anni Zauli, rimasto unico responsabile dello studio, trasformò la vecchia bottega in un complesso e vasto atelier di scultura, costruendo attorno al vecchio cuore del laboratorio, la stanza dei forni, una serie di edifici che oggi costituiscono il Museo Carlo Zauli.
Durante gli anni Sessanta il lavoro di Carlo Zauli si è evoluto in una dimensione sempre più scultorea, determinando l’identità di questo luogo così come è stato conservato fino ad oggi e che costituisce una parte integrante del percorso museale: dalla stanza per la smaltatura e la cottura, dove le pareti ed il soffitto anneriti dal fumo del forno a legna testimoniano la storia del luogo, alla cantina delle argille dove sono ancora accatastati i sacchi delle diverse terre provenienti da tutta Europa, alla lunga sala della foggiatura per le opere monumentali con la parete “attrezzata” nella quale i grandi altorilievi venivano modellati direttamente in verticale.
Da questo progetto originario è nato Museo Carlo Zauli: uno spazio sia espositivo che di produzione culturale creato nel 2002, immediatamente dopo la morte dell’artista, per volontà della famiglia Zauli, all’interno dello storico laboratorio-atelier dello scultore. Nel tributargli questo grande omaggio si è riprogettato lo spazio in modo che raccontasse il suo lavoro e ricreasse, con strumenti attuali, la vitalità che ne aveva caratterizzato l’atmosfera sin dal 1949.